L’Alveare
di Santa Rita ospita a Cascia, ogni anno, accoglie circa 60 ragazzi e
ragazze bisognosi di assistenza e aiuto, giovani con genitori
impossibilitati a prendersene cura a tempo pieno rimangono nel nido dove
crescere sereni.
Il nome di Santa Rita èMargherita
Lotti,
nacque nel 1371, altri ritengono nel 1381(2 ipotesi per l’anno di
nascita 1371 o 1381 e per il trapasso 1447 o 1457) a Roccaporena,
frazione a 5 km da Cascia, era figlia diAntonio
LottiedAmataFerri.
I genitori
Antonio ed
Amata, non aristocratici, ma comunque
benestanti,
svolgevano la funzione di “pacieri”,
essendo particolarmente stimati, per cui gli statuti del libero
comune di Cascia affidavano loro l’incarico
di pacificare i contendenti ed evitare stragi cruenti tra famiglie
in conflitto.
Rita fu
battezzata nella chiesa agostiniana di San Giovanni Battistain
cima al colle di Cascia.
La
giovane
Margherita Lotti,
Rita, arrivato il momento di andare in sposa,
s’innamorò e fu ricambiata da Paolo di Ferdinando di Mancino.
Il ragazzo,
un ghibellino risentito, non
violento
visse con l’aiuto di Rita una condotta più autenticamente cristiana.
Il Signore benedisse l’amore dei giovani con la grazia didue
bambini Giangiacomo e Paolo Maria.Paolo,
già uomo d’armi, per gestire un’attività di macinazione del grano
si sarebbe trasferito in una
grande casa di proprietà
al “Mulinaccio”. Paolo
di Ferdinando di Mancino,
secondo tradizioneintorno
al 1406,
sarebbe stato assassinato nei pressi del “Mulinaccio”,
dove si era trasferito con Rita ed i suoi due figli.
Rita che
si era
accorta, sarebbe accorsa
vedendo morire il maritoe
di fretta avrebbe anche nascosto la camicia insanguinata, affinché i
figli, non la vedessero e poi cercassero poi vendetta.
Rita perdonò di cuore gli assassini, mai ne rivelò l’identità.
Il gestocomportò
risentimento da parte della famiglia Mancino.Rita
rimase vedova echiusa nel suo perdono,col
grande timore che i figli potessero diventare vittime o protagonisti
della spirale d’odio innescatasi.
La Santa elevò preghiere a Dio perché i giovani non si macchiassero di
atrocità e fossero allontanati dal desiderio di vendicare il padre.
Giangiacomo e Paolo Maria
i due figli,
morironogiovani
poco dopo
l’uno dopo l’altro,
probabilmente di peste od altro malattia. Rita,tra il
1406 ed il 1407, era rimasta sola,
si sarebbe avvicinata sempre più a Cristo,
maturando con forza ildesiderio
di elevare il suo amore ad un altro livello, ad un altro sposo: Cristo.
Rita a 36 anni,bussò
al Monastero di Santa Maria Maddalena
e nel 1407 vi iniziò la Suanuova
vita, dopo
avere superato molte difficoltà,
ricevendo l’abito e la Regola di Sant’Agostino
e vivendoci nei suoi quaranta anni di claustrale permanenza fino alla
morte.
Santa Rita con un fisico ormai provato dalle tante sofferenze,
giunse all’alba dell’incontro celeste la notte tra il 21 e il 22 maggio
dell’anno 1447.
La tradizione narra che in quel momento della morte, le campane del
Monastero, mosse da mani invisibili, si siano messe a suonare,
richiamando la cittadinanza che, come per ispirazione celeste, si recò
in Monastero per venerare la suora Santa.
Leone XIII, il 24 maggio 1900, proclamò Santa Margherita di Cascia.
Il corpo di Rita
la cui statura era di 1,57, dal 18 maggio 1947, riposa nellaBasilica
Santa Ritaa Cascia, dentro
l’urna d’argento e cristallo realizzata nel 1930.
Indagini mediche hanno accertato la presenza di una piaga osseadenominata
osteomielite,sulla
fronte, a riprova dell’esistenza della stigmata. Il
viso, le mani ed i piedi sono mummificati, sotto l’abito di suora
agostiniana c’è l’intero scheletro (così ridottosi dalla prima metà del
’700): il piede destro ha segni di una malattia sofferta negli ultimi
anni, forse una sciatalgia.
La
vitedi
Santa Rita,il motivo è il simbolo della Sua
pazienza,
dell’umiltàe
dell’amore
verso le sue consorelle e verso l’altro,
testimonianza di prodigio per tutti i fedeli.
La Madre Badessa per provare l’umiltà di sorella
Rita, si racconta, che
durante il periodo del noviziato
le abbia comandato di piantare e innaffiare un arido
legno.Santa Rita
da Cascia
obbedì alla superiora ed il Signore premiò la Sua
serva facendo fiorire unavite
rigogliosa.
Rita sull'esempio dei suoi genitori, si adoperò come
paciera
e dopo aver attraversato il dolore per la morte dei
cari, tra le mura del Monastero,innalzò
il suo dolore alle sofferenze di Cristo per
l’umanità:chiese
ed ottiene dall’Amato, come pegno d’amore, di
diventare partecipe ancora di più alla Sua
sofferenza.La
Santa,
un giorno nel
1432, mentre era assorta in
preghiera,
chiese al Signore di renderla partecipe alle Sue
sofferenze, si narra chein quel momento,una
luce, un lampo, una spina staccatasi dal Crocifisso
le si sarebbe conficcata in fronte e nell’anima
generando la piaga.
La tradizione narra
che la Santa
andando a Roma in pellegrinaggiopenitenziale
a piedi la piaga sulla fronte di Rita si sia
rimarginata prima della partenza e si sia riaperta
poi al Suo ritorno a Cascia.
Rita visse il dono
con molta umiltà, senza farne mai vanto, parlando
poco della Sua ferita e presentandola come tale: una
piaga,
subito dopo la sua morte, iniziò ad essere venerata
come protettrice dalla peste,
probabilmente per il fatto che in vita, suor Rita
Lotti si era dedicata alla cura degli appestati,
senza mai contrarre questa malattia e da qui
deriverebbe anche l’attribuzione diSanta
dei casi impossibili.
Santa Rita ha tramandato il suo messaggio senza mai
scrivere, ma usando l’esempio
concreto del vivere
quotidiano fatto di rispetto verso l’altro e verso
il creato. Le testimonianze dei miracoli accaduti
per sua intercessione sono talmente numerose, che è
stata proclamata dal popolo di fedeli “Santa
dei casi impossibili”
(o santa degli impossibili), in quanto, così come
Rita ci ha insegnato, se ci si affida a Dio, tutto
può accadere. Santa Rita piccola, grande donna ha
lasciato tracce di numerose opere miracolose sia in
vita, che dopo la morte: guarigioni che sembrano
inspiegabili. Migliaia, sono letestimonianze
di grazie ricevuteche
ogni anno arrivano in monastero.