Pordenone
- GDF sequestra a spagnola 18kg marijuana, 70 piante in villa.
La sostanza è stata scoperta in un sofisticato impianto di coltivazione
occultato in una villetta privata. I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria
di Pordenone, a seguito di autonoma attività investigativa, hanno eseguito una
perquisizione domiciliare presso un’abitazione in provincia di Pordenone
occupata da una cittadina spagnola di origini colombiane. L’attività ha
consentito di rinvenire all’interno dell’abitazione circa 18 kg di cannabis, in
parte ancora in coltura (circa 70 piante) e in parte già trasformata in
marijuana pronta per il successivo commercio, nonché oltre 60 semi della stessa
pianta non ancora messi a coltura. Il vivaio casalingo disponeva di molte
attrezzature specifiche per la coltivazione indoor della cannabis, quali lampade
per l’accrescimento delle piante, un sistema di termoregolazione nonché apparati
per la ventilazione e l’umidificazione dell’aria. Tutte le grate di aerazione
della villetta erano state accuratamente schermate affinché il caratteristico e
penetrante odore proveniente dalle piante non si spandesse nel circondario,
mettendo in allarme il vicinato. La responsabile è stata tratta in arresto per
il reato di produzione e detenzione ad uso non personale di sostanze
stupefacenti.
Udine
- GdF: operazione “BLACK HOUSE” scoperte a Lignano
1024 case locate in nero.
L’attività delle Fiamme Gialle si inserisce nel
solco dell’obiettivo strategico di contrasto al
fenomeno dell’evasione fiscale connesso al settore
delle locazioni immobiliari turistiche.
L’operazione denominata “BLACK HOUSE” è stata
condotta dalla Guardia di Finanza di Udine
sviluppata in particolare nel corso della stagione
estiva nell’area di Lignano Sabbiadoro, connotata da
elevata vocazione turistica. L’azione operativa è
stata orientata alla scoperta di patrimoni
immobiliari, talvolta cospicui, destinati a
“locazioni turistiche” a favore di villeggianti per
i quali, sarebbe stata sfruttata la limitata durata
dei contratti e l’estemporanea presenza dei locatari
(spesso stranieri). I proprietari degli immobili
non avrebbero dichiarato i canoni percepiti. I
Baschi Verdi sulla scorta di un database
appositamente realizzato, nel quale hanno fatto
confluire le evidenze, hanno pertanto condotto una
serie di interventi mirati che hanno portato
all’individuazione di 1.024 unità immobiliari
locate a vacanzieri in contesti fiscalmente
evasivi. I militari hanno sottoposto ad
accertamento: 10 agenzie immobiliari con sede in
provincia di Udine e 396 persone fisiche proprietari
degli appartamenti residenti nella provincia di
Venezia(31appartamenti), Vicenza(10appartamenti) e Verona(14appartamenti)
con un evasione in materia di redditi di fabbricati
pari a 5.566.000€ nonché di un’IVA non dichiarata
dalle agenzie immobiliari per 444.000 € (dato
complessivo 6.010.000€) per un totale di
545 appartamenti( di cui 4 appartamenti
Aire). Le posizioni più eclatanti emerse sono
quelle di un nucleo familiare residente nella
provincia di Macerata - che ha locato completamente
“a nero” 33 appartamenti ricevendo canoni 226.985€ -
di un singolo proprietario di Lignano Sabbiadoro che
parimenti con siffatte modalità ne aveva locati 19
(ricevendo canoni per 186.049 Euro) e di un altro di
Treviso con 10 appartamenti sempre “a nero” (canoni
per 207.843 euro).
Udine
– GdF reclutamento 3 finanzieri per congiunti
”vittime del dovere”. Sulla Gazzetta Ufficiale
della Repubblica n. 55 del 12 luglio 2016 - 4^ Serie
Speciale - è stata pubblicata la procedura di
selezione per il reclutamento di 3 allievi
finanzieri del contingente ordinario della Guardia
di Finanza, riservata al coniuge ed ai figli
superstiti, nonché ai fratelli o alle sorelle,
qualora unici superstiti, del personale delle Forze
di Polizia, deceduto o reso permanentemente invalido
al servizio, con invalidità non inferiore all’80%
della capacità lavorativa. Possono partecipare i
cittadini italiani, donne e uomini, che alla
scadenza del termine per la presentazione della
domanda, abbiano compiuto il 18° anno di età, non
abbiano superato il giorno di compimento del 26°
anno di età e siano in possesso del diploma di
istruzione secondaria di primo grado. Le domande di
partecipazione devono essere compilate
esclusivamente mediante la procedura informatica
disponibile sul sito www.gdf.gov.it – area “Concorsi
Online”, seguendo le istruzioni del sistema
automatizzato. Il termine ultimo per la
presentazione delle domande è l’11 agosto 2016. I
vincitori della procedura saranno ammessi al corso
di formazione in qualità di allievi finanzieri.
Ulteriori informazioni sul reclutamento sono
disponibili sul sito internet del Corpo:
www.gdf.gov.it.
Trieste -
Operazione GdF “GHOST OIL 2”: scoperto traffico
internazionale petroliferi, 75 indagati 11
arresti. I militari del Gruppo della Guardia di
Finanza di Trieste dalle prime ore del giorno
all’alba, hanno proceduto all’esecuzione di 11
provvedimenti di custodia cautelare emessi dal
G.I.P. del Tribunale di Trieste, su richiesta del
PM, e di 13 decreti di perquisizione emessi dalla
Procura, conseguenti ad articolate indagini nel
settore del contrasto al traffico illecito di
prodotti petroliferi in evasione delle accise sul
territorio dello Stato.L’attività è nata da
indagini avviate dal marzo 2015, nel corso delle
quali venivano sequestrati camion che, attraversando
il confine terrestre giuliano, tentavano di
introdurre illecitamente in Italia oli minerali. Le
Fiamme Gialle, sotto il coordinamento della Procura
della Repubblica di Trieste, hanno svolto, tra
l’altro, analisi documentali e pedinamenti su tutto
il territorio nazionale e perquisizioni. Gli
approfondimenti condotti dalle Fiamme Gialle
triestine hanno consentito di individuare un nutrito
numero di soggetti che, operando nell’ambito di
consorterie criminali attive nel territorio italiano
con basi operative anche all’estero, hanno
acquistato il prodotto energetico da imprese
straniere, curato il trasporto, gestito i pagamenti,
trovato i clienti, predisposto documentazione
artefatta tesa a celare l’illiceità del traffico. I
militari di Trieste, sia direttamente o per il
tramite dei Reparti del Corpo di volta in volta
attivati sui vari luoghi di intervento (in Veneto,
Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania e Puglia),
nel corso del tempo, hanno provveduto a: -
sequestrare n. 19 veicoli (utilizzati per il
trasporto) e 2 auto (“staffette”); - sequestrare
complessivamente 262.000 litri di gasolio e
240.730,00 Kg di olio lubrificante, corrispondenti
ad un’evasione di accisa/imposta di consumo pari a €
351.408,30 euro; - accertare il “consumo in frode”
di 101.000 litri di gasolio e 529.150,00 Kg di olio
lubrificante, corrispondenti ad un’evasione di
accisa/imposta di consumo pari a € 479.227,00. 75
soggetti sono stati denunciati complessivamente al
termine delle indagini. I personaggi sono coinvolti
a vario titolo nella frode, e sono state chieste
misure restrittive della libertà personale per i
soggetti ritenuti i principali artefici dei
traffici. Le risultanze investigative hanno
consentito di fornire elementi di reità tali da
permettere al Pubblico Ministero di richiedere ed
ottenere dal G.I.P. l’emissione di 11 ordinanze
restrittive (in particolare 2 custodie cautelari in
carcere nei confronti di soggetti indagati stranieri
– un polacco ed uno sloveno – e 9 custodie al
domicilio nei confronti di soggetti indagati
italiani). Contestualmente, la Procura della
Repubblica ha emesso n. 13 decreti di perquisizione
locale e personale, eseguiti in 5 regioni italiane
(Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania e
Calabria) con il supporto dei Reparti
territorialmente competenti. I Baschi Verdi in un
unico contesto operativo, hanno proceduto a dare
esecuzione ai provvedimenti, mediante l’impiego
complessivo di 50 militari e 20 auto. Gli esiti
interlocutori delle attività, tuttora in corso di
svolgimento, hanno già permesso di acquisire
ulteriore documentazione che avvalora le tesi
investigative, nonché comprova le responsabilità dei
soggetti coinvolti nella frode. L’operazione GHOST
OIL 2 rappresenta soltanto uno dei numerosi filoni
investigativi che, in tutta Italia, la Guardia di
Finanza sta conducendo per arginare il dilagante
fenomeno del traffico illecito di oli minerali,
notevolmente cresciuto nel più recente periodo. Le
unità del Corpo operanti nei contesti di confine
terrestre, tra cui spicca marcatamente il ruolo
delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di
Trieste, così come le unità aeronavali impegnate a
pattugliare le acque del Mar Mediterraneo, sono
quotidianamente impegnate nel controllo del
territorio e del mare per contrastare i sodalizi
delinquenziali che gestiscono il traffico ed i
relativi “finanziatori”. L’attività evidenzia una
pluralità di finalità, ossia quelle di tutelare il
gettito assicurato all’erario dalle imposte gravanti
sui prodotti energetici, di preservare la
correttezza del mercato e la tutela del consumatore
e, non ultimo, di proteggere l’ambiente. Oltre
all’“evasione” sottesa al traffico clandestino di
carbo-lubrificanti, la loro introduzione sul mercato
attraverso canali di distribuzione compiacenti - o
l’utilizzo da parte di attività imprenditoriali che
necessitano di grossi quantitativi di prodotti
petroliferi per far funzionare macchine industriali
e di locomozione -, crea una vera e propria
distorsione degli equilibri economici ledendo gli
interessi delle imprese oneste e dei consumatori che
si rivolgono, ignari, ad offerte particolarmente
appetibili. Gli investigatori specificano che in
tale scenario, si inserisce perfettamente il decreto
in materia di antiterrorismo del febbraio 2015 che
consente, anche nelle more del procedimento,
l’affidamento gratuito dell’ingente quantitativo di
“carburante” che, altrimenti, rimarrebbe per lungo
tempo in giudiziale custodia a privati, con evidenti
ed elevati oneri a carico dell’Erario, anche in
considerazione dei tempi non prevedibili di
conclusione dei futuri processi. Grazie al nuovo
decreto, infatti, è offerta la possibilità di cedere
il prodotto sequestrato alle Forze di Polizia ed al
Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, ove idoneo
alla carburazione e alla lubrificazione. La
procedura prevede il rilascio di un’autorizzazione
da parte dell’Autorità Giudiziaria. Ben 160.000
litri di prodotto energetico sono già stati
consegnati dalla Guardia di Finanza a tutti i
Comandi dei Vigili del Fuoco della Regione Friuli
Venezia Giulia, previo coordinamento con il Comando
Provinciale VV.F. di Trieste; altri potranno esserlo
in futuro, previa effettuazione delle analisi
chimiche ed autorizzazione dell’Autorità
Giudiziaria. Si rinnova e prosegue, così,
l’incessante azione svolta dalla Guardia di Finanza
di Trieste in sinergia con la locale Magistratura,
al fine di prevenire e contrastare l’illegale
traffico di prodotti petroliferi provenienti
dall’Est europeo, la cui entità è così rilevante da
alterare le regole della concorrenza e del mercato,
oltre a danneggiare pesantemente le casse dello
Stato.
Udine
– GdF individua ed ammanetta 2
rumeni dediti a furti seriali. Una
pattuglia “117” dei Baschi Verdi della Compagnia
della Guardia di Finanza di San Giorgio di Nogaro,
nell’ambito dei dispositivi di controllo del
territorio attuati e coordinati dalla sala operativa
dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di
Udine, ha individuato nel parcheggio di un
supermercato 2 rumeni che raggiungevano, con fare
circospetto e visibilmente scomposto, la propria
autovettura. I finanzieri, insospettiti
dall’ingiustificata fretta (alla vista degli
operatori) nel lasciare il parcheggio a bordo della
propria autovettura, hanno proceduto ad un
controllo approfondito sulle persone “scoprendo”
sotto il maglione e all’interno dei pantaloni
svariati prodotti alimentari appena sottratti al
supermercato da cui erano usciti.L’estensione delle
ricerche all’autovettura in possesso dei soggetti
ha permesso ai militari di individuare ulteriori
alimentari e prodotti di vario genere privi della
relativa documentazione fiscale. I riscontri
effettuati sulla provenienza della merce, incrociati
con le risultanze di magazzino di tre supermercati
ubicati tra S.Giorgio di Nogaro e Latisana (con il
prezioso ausilio del personale in servizio presso
gli stessi) ha permesso di appurare che la merce
ritrovata nella vettura era effettivamente
riconducibile al provento di ulteriori furti
effettuati poche ore prima. I due cittadini romeni,
sentito il parere del Magistrato di turno, già
gravati da precedenti specifici, sono stati quindi
arrestati per i reati di furto aggravato in concorso
(artt. 625 e 110 c.p.) e ricettazione (art.648 c.p.)
e tradotti presso il carcere di Udine. La merce
sequestrata, per un valore stimato di oltre un
migliaio € , sarà restituita ai tre supermercati.I militari stanno svolgendo ulteriori indagini
tese ad individuare eventuali ulteriori complici del
reato che, per la sua connotazione seriale e
l’abbondanza di precedenti specifici di polizia
lascia presupporre l’esistenza di una struttura
“organizzata” operante quotidianamente in tutto il
Triveneto nella pianificazione ed esecuzione di
siffatte attività criminali. L’operazione di
servizio va altresì condotta alla ordinaria attività
di controllo del territorio che la Guardia di
Finanza esegue nella Provincia per la prevenzione
dei reati in collaborazione con le altre Forze di
Polizia.
Udine–
GdF blocca “stellina” marocchino pusher spaccio dai
domiciliari, sequestrati 600g. I militari
hanno rilevato che nonostante la condizione di
arrestato domiciliare, peraltro dotato di
braccialetto elettronico, continuava a gestire,
grazie al supporto del suo coinquilino e di
un’amica, l’abituale attività di spaccio di
stupefacenti. E.H.A., marocchino di 24 anni,
noto nell’ambiente con lo pseudonimo di “stellina”
per un vistoso tatuaggio sullo zigomo, è stato
tradotto, in carcere, su disposizione del Giudice
per le Indagini Preliminari del Tribunale di Udine.
Il personaggio è accusato d’avere violato le
condizioni della misura restrittiva ed avere
continuato a commettere gravi reati. L’indagine era
partita lo scorso gennaio, quando una pattuglia di
Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Udine
aveva notato, in orario notturno, uno strano
andirivieni di persone ed auto in un piccolo parco
cittadino. Il controllo dell’area, operato per più
giorni, aveva, alfine, permesso di scoprire,
nascosti sotto 1 grossa pietra, 6 etti di hashish,
incellofanati e pronti per lo smercio, e di qualità
tale, dalle analisi eseguite, da poterne ricavare
oltre 2.400 dosi, per un controvalore di circa
20.000 euro. Le Fiamme Gialle hanno identificato i
responsabili dell’occultamento: un giovane friulano
ed una ragazza marocchina, entrambi residenti in
Udine. I Baschi Verdi hanno ricostruito i passaggi
anomali di persone ed auto nel periodo monitorato ed
hanno appurato l’illecita vendita di altri 2 etti
della stessa sostanza. I militari hanno poi
individuato l’effettivo manovratore dello spaccio:
un marocchino di 24 anni, sottoposto agli arresti
domiciliari per un altro fatto di droga, in
un’abitazione vicina al luogo di stoccaggio
condivisa, proprio, con il giovane italiano già
denunciato. L’avvio di una indagine tecnica non
semplice ma particolarmente complicata per
l’obbligata permanenza del soggetto
nell’appartamento, ha permesso, ai finanzieri di
acquisire importanti elementi a conferma della
riconducibilità della droga al nordafricano. I
tutori dell’ordine hanno appurato come, il
sospettato, sistematicamente, in violazione delle
prescrizioni impostegli dalla sua qualità di
arrestato domiciliare, ricevesse persone in casa,
anche pregiudicate, e conversasse, con il cellulare
del suo coinquilino, con amici e conoscenti. La
segnalazione delle risultanze investigative ed il
comportamento beffardo tenuto dal marocchino, hanno
convinto il Giudice dell’inidoneità della misura già
applicatagli, determinandolo ad ordinarne
l’immediato trasferimento nella Casa Circondariale
di Udine.
Udine
-
GdF sequestra 20kg tartufi rumeni, valore
80mila€, diretti in Umbria.
I Militari della Guardia di Finanza di Palmanova
(UD) hanno sequestrato 20 Kg di tartufi, per un
valore stimato di oltre 80mila€, destinati ad una
delle zone d’Italia maggiormente vocate per il
pregiato prodotto. I finanzieri del Nucleo Mobile,
durante un posto di controllo notturno nei pressi
del casello autostradale di Palmanova, hanno fermato
per un controllo un furgone condotto da un cittadino
rumeno. I militari erano insospettiti
dall’atteggiamento evasivo ed intimorito
dell’autista, ed hanno eseguito un accurato
controllo del mezzo. I finanzieri hanno rinvenuto un
contenitore in polistirolo avvolto in cellophane, e
nell’interno si trovava un ingente quantitativo di
tartufi bianchi e neri del peso di circa 20 Kg.
L’autista si è giustificato dicendo che i tartufi
erano destinati ad un suo amico e connazionale
residente nel perugino, ma essendo provvisto di
qualsivoglia documentazione fiscale, commerciale o
che, comunque, potesse attestarne la provenienza e
soprattutto la sicurezza alimentare, non si è potuto
sottrarre al sequestro della merce per la violazione
della normativa europea in materia di
rintracciabilità dei prodotti ad uso alimentare I
prodotti sono stati inviati per i successivi
adempimenti ed esami radiometrici al Dipartimento di
Prevenzione dell’ A.A.S. 2 Bassa Friulana – Isontina
di Palmanova. La merce sequestrata, se
commercializzata, avrebbe “fruttato” un guadagno in
nero quantificabile in oltre 80.000,00€, mettendo a
rischio la salute degli ignari estimatori del
pregiato prodotto originale e danneggiando gli
operatori corretti del settore, oltre che il Fisco.
Udine
- GdF ammanetta ristoratore con 1200 gr. marijuana e
12 cocaina.L’imprenditore friulano, attivo nel comparto
della ristorazione, titolare di 3 attività ed anche
1 in Austria è stato arrestato dai Finanzieri del
Comando Provinciale di Udine per il trasporto, con
finalità di spaccio, di 1200 grammi di marijuana e
12 grammi di cocaina, occultati all’interno del suo
bagaglio in 6 involucri sottovuoto, del tipo di
quelli in uso per i prodotti alimentari, spesso
adoperati dai trafficanti nella speranza che
impediscano ai cani antidroga di scoprire lo
stupefacente. Il 42enne friulano titolare di ben
tre attività di ristorazione in provincia di Udine e
di un’altra in Austria era stato fermato dalle
Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di
Udine per un normale controllo. L’anomala fretta
dimostrata nel volersi liberare da quell’incidente
di percorso, giustificata dalla necessità di dover
arrivare presto in Austria - Stato, peraltro, di
immatricolazione dell’auto - ha, però, insospettito
i militari che, nella bauliera, hanno, rinvenuto sia
lo stupefacente che 2.600 euro in contanti, ritenuti
provento dello spaccio. L’imprenditore
friulano era di ritorno da un breve viaggio in
Sicilia, fatto assieme ad un suo dipendente,
originario di quella Regione, quando, all’altezza
del casello autostradale di Palmanova, è stato
fermato dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia
Tributaria di Udine per un normale controllo. Le
immediate perquisizioni fatte dai Finanzieri nei tre
locali della provincia e nelle due abitazioni in uso
all’imprenditore hanno permesso di rinvenire altri
12 grammi di marijuana, indicati dal ristoratore, in
un estremo tentativo di difesa, come detenuti per
uso personale. Su richiesta delle Fiamme Gialle - e
grazie al supporto della Direzione Centrale per i
Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno -
analoga attività di ricerca è stata eseguita in
Austria, dalla locale Polizia, nei due locali nella
disponibilità del commerciante. Il personaggio,
incensurato, è stato tratto in arresto ed associato
nella Casa Circondariale di Udine. La posizione del
commerciante, ora al vaglio della Magistratura,
verrà analizzata dai militari del Nucleo di Polizia
Tributaria anche in ordine alle evidenti
disponibilità finanziarie alla base dell’avvio di
ben 4 attività di ristorazione tra Italia e Austria.
La lotta al traffico ed allo spaccio di sostanze
stupefacenti rientra nel piano di controllo
economico del territorio adottato dal Comando
Provinciale della Guardia di Finanza di Udine a
contrasto di tutti i traffici illeciti con evidenti
riflessi economico finanziari.
Catania
– Mafia, usura, estorsione e rapina: DIA arresta
a Malta donna latitante. La Direzione
Investigativa Antimafia di Padova, in collaborazione
con personale del Centro Operativo D.I.A. di
Catania, del Servizio di Cooperazione Internazionale
di Polizia della D.C.P.C. e della Polizia Maltese,
nelle scorse ore, ha tratto in arresto, a Mosta
(Malta), la latitante Donatella CONCAS
40enne nata a Tortolì (NU). Un ordine di
carcerazione emesso il 25 maggio 2015 dall’Ufficio
Esecuzioni Penali della Procura Generale presso la
Corte di Appello di Venezia, pendeva sul conto della
donna, dovendo la stessa scontare la pena di 3 anni,
8 mesi e 13 giorni di reclusione, a seguito di
condanna definitiva per i fatti accertati
nell’ambito dell’Operazione SERPE, condotta dal
Centro Operativo D.I.A. di Padova. La CONCAS nella
circostanza, è stata giudicata colpevole dei reati
di partecipazione ad associazione di tipo mafioso,
usura, estorsione e rapina, in quanto ritenuta
intranea ad un sodalizio insediatosi nel Veneto, tra
il 2009 ed il 2011. I soggetti a capo di tale
organizzazione, perlopiù di origini casertane,
qualificandosi come appartenenti al cosiddetto “clan
dei casalesi”, approfittando dello stato di bisogno
di diversi imprenditori, si facevano consegnare
dagli stessi, quali corrispettivi di prestazioni di
denaro effettuate, interessi e vantaggi usurari.
Appreso della definitività della condanna (avendo
esperito invano anche il ricorso in Cassazione),
Donatella CONCAS ha fatto perdere le sue tracce,
rendendo vane le ricerche condotte sul territorio
nazionale da più di un anno. Uomini della Direzione
Investigativa Antimafia a seguito di approfondite
indagini tecniche, coordinate, in particolare, dal
Sostituto Procuratore, dr. Paolo Giovanni LUCA,
della Procura Generale presso la Corte di Appello di
Venezia e svolte della predetta Articolazione D.I.A.
padovana, con il contributo di quelle di Catania,
Agrigento e Brescia, hanno raccolto gli elementi di
prova che hanno consentito l’individuazione della
CONCAS in territorio maltese.
Udine
- GdF scopre e sanziona escort: evasi 300mila€.
La Guardia di Finanza, a seguito di una verifica
fiscale, contesta circa 300.000 € di redditi non
dichiarati ad un’avvenente escort, attiva in
provincia di Udine. Attraverso l’uso di un nome
d’arte, pubblicizzava i “servizi” offerti sul
proprio sito web personale e sulla sua pagina
Facebook, nonché su vari siti specializzati del
settore: dagli accertamenti svolti è emerso che la
donna svolgeva allo stesso tempo sia l’attività di
ballerina di lap-dance presso svariati locali
notturni del triveneto sia quella, di gran lunga più
remunerativa, di escort/accompagnatrice. I
finanzieri, risaliti alla vera identità della donna,
hanno iniziato ad incrociare i dati delle sue
dichiarazioni fiscali con le evidenze patrimoniali
desumibili dalle banche dati. Le Fiamme Gialle, da
una accurata disamina delle informazioni così
ottenute, hanno evidenziato una situazione
decisamente anomala: l’accompagnatrice infatti, pur
non dichiarando un reddito medio annuo nel 2010 di
poco più di 10.000 Euro nelle restanti annualità,
mostrava un tenore di vita ben più agiato di quello
formalmente dichiarato essendo in possesso di 2
appartamenti, diversi garage e terreni, 4 cavalli,
un’autovettura di lusso, un motoveicolo nonché
svariate polizze assicurative. I baschi Verdi, sulla
scorta di questa evidente sproporzione e dalla
successiva analisi delle movimentazioni dei conti
correnti, sui quali venivano costantemente
accreditate consistenti somme di denaro in contanti,
hanno ricostruito il reale “giro d’affari” della
donna attestandolo attorno ai 60.000 Euro all’anno.
Le numerose e cospicue movimentazioni finanziare,
giustificate dalla “professionista” quali proventi
conseguiti attraverso l’esercizio dell’attività di
prostituzione, le sono state contestate quali
"redditi diversi" frutto di lavoro autonomo
occasionale, per una evasione totale ricostruita dai
finanzieri pari a circa 300.000 Euro. In relazione
alla vicenda, l’Agenzia delle Entrate di Udine ha
già emesso gli avvisi di accertamento.
Udine
-
GdF blocca automobilista con addosso 180.000€ non
giustificati. Militari dal Comando Provinciale
della Guardia di Finanza di Udine, nell’ambito di
attività connesse al monitoraggio e vigilanza sulla
regolare circolazione transfrontaliera di capitali e
merci hanno sottoposto ad un controllo, alle 20.00
circa, alla barriera autostradale di Ugovizza (UD),
in entrata Stato, un cittadino italiano residente a
Milano che si stava recando con la propria
autovettura, una Volvo, presso il capoluogo
lombardo. La pattuglia operante nel domandare al
cittadino straniero se era in possesso di valuta o
merci da dichiarare ha constatato che il personaggio
rispondeva negativamente, palesando, tuttavia, un
notevole nervosismo e preoccupazione. Il
comportamento ha insospettito i finanzieri che hanno
proceduto ad una approfondita ispezione
dell’autoveicolo e del conducente, rinvenendo nella
giacca indossata da quest’ultimo la somma in
contanti di 180.000€. I finanzieri hanno appurato
che lo stesso non era in grado di esibire la
dichiarazione di trasporto del denaro contante sopra
la soglia legale, che lui aveva precedenti specifici
per traffico di stupefacenti e che a suo dire i
soldi erano stati prelevati, per conto della ditta
per cui lavorava, in Polonia e che “avrebbero dovuto
servire per l’acquisto di un immobile a Milano”. Le
fiamme gialle friulane hanno proceduto, quindi, al
sequestro della somma, prevista per legge. Inoltre,
il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha
ingiunto il pagamento di una sanzione amministrativa
di 51.000 Euro.I militari stanno svolgendo
accertamenti tesi a meglio chiarire l’origine e le
finalità del trasporto clandestino di valuta oggetto
dell’operazione.
Pordenone
- GdF sequestra beni 2,5 milioni € a rom:
nullatenenti per fisco ma responsabili aziende
appaltanti anche lavori lucidatura arredi sacri in
tutta Italia. Il decreto di sequestro
preventivo di beni mobili ed immobili per circa 2,5
milioni di euro è stato eseguito dagli uomini del
Nucleo di Polizia Tributaria di Pordenone nei
confronti di 33 soggetti di etnia rom rientranti
nelle ingenti disponibilità patrimoniali, residenti
tra la provincia pordenonese e quella veneziana, che
al fisco risultavano nullatenenti. Le attenzioni dei
finanzieri si sono concentrate su 33 componenti di
due note famiglie rom, imparentate tra loro, che in
massima parte sarebbero completamente sconosciuti al
fisco. I soggetti in taluni casi, con risibili
redditi dichiarati, risultavano disporre invece di
un patrimonio del tutto sproporzionato. Le
indagini delle Fiamme Gialle hanno fatto emergere
che gli indagati svolgevano, con modalità illecite,
il commercio delle autovetture di grossa cilindrata
– tra cui Ferrari, Lamborghini e Porsche – la
costruzione e la vendita di ville di lusso e la
lucidatura e doratura degli arredi sacri di
proprietà della Chiesa. Tali attività, che negli
anni avevano fruttato redditi milionari, erano
organizzate in maniera tale da configurare una vera
e propria società di fatto che tuttavia non aveva
mai presentato le dovute dichiarazioni dei redditi.
I ricavi conseguiti in forma associata venivano
ripartiti, attraverso un fitto reticolo di conti
correnti bancari e postali, tra i componenti i due
nuclei famigliari finendo per alimentare
l’elevatissimo tenore di vita degli stessi, ancora
una volta, “in barba” al Fisco. Gli uomini del
Nucleo Pt di Pordenone hanno esaminato svariate
migliaia di assegni, bonifici e soprattutto
movimenti di denaro contante giungendo a
ricostruire, nel solo quinquennio 2009-2014, ben 59
operazioni immobiliari per circa 1,8 milioni di
euro, oltre 500 compravendite di autovetture, per
circa 4 milioni di euro, mentre altri 1,7 milioni di
euro hanno fruttato al gruppo le attività di
lucidatura degli oggetti sacri d’oro e d’argento di
proprietà di alcune parrocchie sparse sull’intero
territorio nazionale. L’operazione è scattata alle
prime luci del giorno all’alba quando oltre 60
finanzieri hanno bussato alla porta delle 9 ville
degli indagati per eseguirne la perquisizione e
notificare il decreto di sequestro emesso dal GIP
presso il Tribunale di Pordenone. Contestualmente al
sequestro di beni ai fini fiscali disposto dal GIP,
la Procura della Repubblica di Pordenone, sulla base
delle più ampie indagini condotte dagli stessi
finanzieri, ha depositato la richiesta di
applicazione delle misure di prevenzione “antimafia”
personali e patrimoniali, ai sensi del Decreto
Legislativo 6 settembre 2011 n.159. gli
investigatori ritengono che gli indagati possano
vivere abitualmente con i proventi di attività
delittuose tra le quali i finanzieri ricomprendono,
tra altre, anche l’evasione fiscale. Tali misure
saranno oggetto delle udienze già fissate dal
Tribunale di Prevenzione per il prossimo settembre.
Udine
- GdF e CC sequestrano beni a 5 rom: applicata
norma antimafia. Gli investigatori su delega
della Procura della Repubblica di Udine con uomini
del Corpo della Guardia di Finanza e dell’Arma dei
Carabinieri hanno eseguito un sequestro di beni nei
confronti di cinque soggetti di etnia rom, ritenuti
di spiccata ed attuale pericolosità sociale. Le
indagini, nei confronti dei personaggi,
congiuntamente condotte dalle due Forze di Polizia,
hanno complementariamente fatto emergere un
curriculum criminale di assoluto spessore costituito
da una sistemica conduzione nel tempo di attività di
truffa, estorsione, falso, furto, rapina,
ricettazione e riciclaggio, per i quali, alcuni dei
conseguenti processi erano anche culminati con
condanne definitive. Gli accertamenti mirati, sia
patrimoniali che reddituali, eseguiti dagli
investigatori, anche mediante la puntuale
ricostruzione dell'elevato tenore di vita, hanno
consentito di dimostrare la sproporzione tra il
valore dei beni oggetto di sequestro ed i redditi
(talvolta nulli oppure del tutto modesti) dichiarati
dai soggetti attenzionati. Le indagini hanno
permesso di rilevare che i destinatari delle misure,
abitualmente dediti ad attività criminali,
palesavano un elevato tenore e stile di vita e,
grazie ai proventi di tali attività, hanno
accumulato via via un cospicuo patrimonio
immobiliare e mobiliare (anche fittiziamente
intestato ai conviventi). Il solido quadro
investigativo delineato dal “team interforze”
all'Autorità Giudiziaria è stato ritenuto idoneo a
supportare l'emissione di una misura oblatoria di
tutti i patrimoni illecitamente accumulati. Tra i
beni sequestrati figurano tre immobili ubicati nella
provincia di Udine e 7 autovetture per un valore
complessivo stimato di circa 500.000 euro. I
risultati ottenuti confermano il costante impegno
delle Forze di Polizia, in perfetta sinergia con
l’Autorità Giudiziaria, nella lotta alla criminalità
organizzata e nel contrasto delle attività illecite,
basato sulla ricostruzione e la sottrazione alle
cosche dei patrimoni illegalmente accumulati. Va
rimarcato che si tratta della prima applicazione
della normativa antimafia in materia di misure di
prevenzione patrimoniali adottata dal Tribunale
della Repubblica di Udine.
Udine
–
GdF sequestra 13.648 prodotti falsi o nocivi
illegalmente in vendita. La
Guardia di Finanza di Udine recentemente ha
concluso una vasta operazione nella nota località
balneare di Lignano Sabbiadoro tesa a contrastare il
fenomeno dei venditori abusivi e degli esercenti
illegali di servizi alle persone. I furbi
sull’arenile e per le vie cittadine pongono in
vendita merce di dubbia provenienza, talvolta
recante marchi contraffatti ed offrono servizi
(massaggi, tatuaggi, treccine da spiaggia, ecc.) in
violazione a norme di carattere amministrativo,
sanitario e penale. I Baschi Verdi, lo scorso
weekend hanno disposto un piano di controllo del
territorio che ha complessivamente impegnato 52
militari della Guardia di Finanza appartenenti ai
Reparti di Lignano Sabbiadoro, Latisana, San Giorgio
di Nogaro e Palmanova. I militari a conclusione
degli interventi hanno complessivamente sequestrato
13.648 articoli e prodotti di varie tipologia
(occhiali, pareo, asciugamani, collane,
braccialetti, power bank, prese e cavi usb,
accessori telefonia, giocattoli). Le Fiamme Gialle,
hanno rilevato tra i prodotti sequestrati : borse,
articoli di pelletteria ed occhiali di buona
fattura, che sono riconducibili a noti marchi
commerciali, che venivano venduti a prezzi
tutt’altro che trascurabili. I militari hanno
complessivamente verbalizzato, applicando sanzioni
amministrative complessivamente per un massimo di
890.000€, 84 soggetti, tutti stranieri, di varie
nazionalità, 11 dei quali denunciati alla Procura
della Repubblica di Udine per i reati previsti in
materia di contraffazione per i quali con separata
trattazione si provvederà anche a segnalare la loro
posizione alla Questura di Udine per un eventuale
applicabilità di misure di polizia tese
all’allontanamento dall’area turistico-balneare dove
avevano commesso tale reato. Il contrasto alla
contraffazione ed all’abusivismo commerciale
rappresenta uno degli obbiettivi primari della
Guardia di Finanza. L’attività di controllo
economico del territorio, anche in vista della
stagione estiva, sarà ulteriormente intensificata e
finalizzata al contrasto di siffatta fenomenologia
illecita.
Udine
– Cinese preso su auto con 650mila€ a confine
offre 100mila€ a finanzieri per passare: denunciato.
I Militari dal Comando Provinciale della Guardia di
Finanza di Udine, nell’ambito di attività connesse
al monitoraggio e vigilanza sulla regolare
circolazione transfrontaliera di capitali e merci
hanno sottoposto a un controllo - alle 3 del mattino
- nell’autostrada Udine-Tarvisio, un cittadino
cinese (residente a Roma) che si stava recando con
la sua vettura (una Audi A4) in Ungheria. La
pattuglia composta da tre finanzieri ha domandato
al cittadino straniero se era in possesso di valuta
o merci da dichiarare. Il personaggio ha risposto
negativamente, palesando, tuttavia, un notevole
nervosismo e preoccupazione. I finanzieri,
insospettiti dal comportamento, hanno proceduto ad
una approfondita ispezione dell’auto, rinvenendo
all’interno, in un vano ricavato sotto i sedili
(creato modificando la struttura del mezzo) una
somma in contanti di 670.000 Euro (composta da
12.600 banconote con taglio da 50 Euro e 2.000
banconote da 20 Euro). Il cinese, resosi conto che i
militari del Corpo stavano procedendo al sequestro
del denaro ha proposto loro di lasciare una parte
(centomila Euro in contanti) qualora gli avessero
consentito di riprendere il viaggio in Ungheria con
la somma residua. Il cittadino cinese è ora indagato
dalla locale Procura della Repubblica di Udine anche
per reato di tentata corruzione di Pubblico
Ufficiale. Il Tribunale del Riesame di Udine ha
confermato i sequestri operati
Udine – GdF
scopre truffa gestori carburante con strisciate
agevolate: 3.790 erogazioni indebite. I
Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di
Finanza di Udine hanno condotto articolate indagini,
su delega della Procura della Repubblica alla sede,
nei confronti di due responsabili di un distributore
stradale di carburanti, autorizzati ad erogare
benzina agevolata - cd. “benzina regionale” -,
introdotta per disincentivare l’acquisto di prodotti
nella limitrofa Slovenia e concessa ai soggetti
residenti ad un prezzo ridotto in base al Comune di
residenza. Gli sconti sull’acquisto di carburante,
vengono anticipati dai gestori degli impianti di
distribuzione, per essere poi rimborsati dalla
Regione le cui devoluzioni erariali, da parte dello
Stato, vengono poi ridotte per pari importo.
I cittadini aventi titolo per l’acquisto del
carburante agevolato, utilizzano apposite tessere
elettroniche munite di microchip rilasciate dalle
Camere di Commercio (distintamente per ogni
autoveicolo) da esibire ai distributori muniti da
appositi lettori (POS) che consentono, mediante un
apposito sistema telematico, il monitoraggio “in
linea” del prodotto erogato al fine di prevenire usi
fraudolenti. Le indagini, condotte dai finanzieri
della Compagnia Guardia di Finanza di San Giorgio di
Nogaro, hanno permesso di rilevare che presso un
impianto di distribuzione carburanti, in occasione
dei rifornimenti, i due gestori utilizzavano,
all’insaputa degli ignari clienti, più volte la
medesima tessera e pertanto “gonfiavano” i litri di
carburante agevolato erogato poi oggetto di rimborso
dalla Regione Friuli V.G.. I clienti dei
distributori, non erano consapevoli delle avvenute
“doppie” strisciate delle tessere a microchip che
consegnavano nella più completa buona fede ai
gestori ignorando dell’indebito uso delle stesse e
con le quali venivano fraudolentemente
contabilizzati rifornimenti a loro nome per
quantitativi ben più elevati rispetto a quelli
reali. I Baschi Verdi, nel corso delle indagini,
avvenute anche mediante sistemi di video
sorveglianza autorizzati dalla Procura della
Repubblica di Udine, hanno scoperto, inoltre, che
gli stessi gestori ed i loro familiari avrebbero
effettuato una serie di rifornimenti in regime
agevolato alle proprie autovetture per una quantità
di carburante superiore alle singole capienze dei
serbatoi delle autovetture di famiglia. I militari,
incrociando i tabulati acquisiti dalla CC.I.AA. di
Udine, che ha fornito una valida collaborazione alle
indagini hanno ricostruito, nell’ultimo triennio,
perlomeno 3.790 erogazioni indebite di carburante
per quasi 80.000 litri, che hanno consentito agli
autori della truffa di intascare indebitamente oltre
16.000 euro. I gestori dei due impianti sono stati
denunciati per truffa aggravata (che prevede fino ad
un massimo di 6 anni di reclusione) nei confronti
della Regione FVG, alla quale è stata inoltrata
comunicazione per ottenere la restituzione dei
rimborsi indebitamente concessi agli indagati. La
Procura della Repubblica di Udine nella more ha
richiesto e ottenuto dal Giudice per le Indagini
Preliminari l’emissione di un decreto per sequestro
“per equivalente” per un importo di quasi 17.000
Euro già eseguito dal Reparto operante nei confronti
degli indagati.
Trieste
– Gdf scopre
truffa a regione 2.700.000 €, 7 denunciati e 25 segnalati.
La Guardia di Finanza di Trieste, coordinata dalla Procura della
Repubblica di Udine ha scoperto il danno pari a 2.700.000 €. La
finalità della richiesta di contribuzione pervenuta alla Regione
F.V.G. da un Comune della provincia di Udine era senz’altro
meritoria: costruire una centrale innovativa, in grado di
produrre energia termica ed elettrica, utilizzando biomassa
reperita sul territorio, pertanto a bassissimo impatto
ambientale. La realtà dei fatti, purtroppo, racconta per le
Fiamme Gialle una vicenda che si è conclusa con esiti ben
diversi. La centrale, la cui realizzazione è stata possibile
grazie a circa 1.700.000 € di soldi pubblici, non è mai stata
pienamente funzionante. I certificati di collaudo pur tuttavia
attestavano la regolare esecuzione dei lavori sin dalla fine del
2008, ma tutto il 2015 non avrebbe prodotto un solo Kw di
energia elettrica. I contributi pubblici, invece, sono stati
regolarmente ottenuti proprio sulla scorta di quelle
certificazioni ed in virtù delle attestazioni presentate
annualmente alla Regione. La Guardia di Finanza di Trieste,
coordinata dalla Procura della Repubblica di Udine, ha scoperto
non solo che l’impianto era strutturalmente inidoneo al
funzionamento ma che è stato necessario sostenere ulteriori
ingenti costi per l’integrale sostituzione di diversi componenti
essenziali. Una moltitudine di soggetti, sia privati che
pubblici, coinvolti a vario titolo nella realizzazione
dell’opera, perfettamente a conoscenza di tali anomalie, ma
tutti hanno taciuto per non incappare nella revoca dei
contributi che, inevitabilmente, sarebbe intervenuta qualora la
centrale non fosse stata terminata nel rispetto dei tempi. I
militari hanno appurato che i progettisti ed esecutori dei
lavori sebbene l’impianto non fosse funzionante, sono stati
tutti pagati senza alcuna possibilità per il Comune di rivalersi
sulle garanzie fidejussorie, nel frattempo svincolate. Le Fiamme
Gialle hanno appurato che i maldestri per risolvere il problema
senza farlo sapere abbiano affidato il ripristino della
funzionalità a chi ha progettato l’opera e ne ha diretto i
lavori senza, però, creargli nocumento economico. La soluzione è
stata facile: ammortizzare i costi di rimessa in funzione
attraverso i ricavi che sarebbero stati conseguiti dalla
gestione ventennale della centrale. Tutto questo, ovviamente,
senza ricorrere a procedure di aggiudicazione trasparenti, come
previsto dalle norme vigenti. Le Fiamme Gialle, a conclusione
delle indagini, hanno denunciato 7 persone coinvolte a vario
titolo, per i reati di concorso in truffa aggravata ai danni
dello Stato, abuso d’ufficio e turbativa d’asta. Sono state
segnalate, inoltre, alla Procura della Corte dei Conti, 25
persone responsabili di un danno erariale pari ad €
2.700.000,00. L’operazione di servizio conferma, ulteriormente,
l’incessante impegno delle Fiamme Gialle triestine, nell’azione
di contrasto alle frodi che minacciano l’integrità delle risorse
pubbliche.
Udine
– Gdf: lV edizione “progetto educazione legalità economica”.
Le Fiamme Gialle, presso l’Istituto Scolastico “Caterina Percoto”
di Lauzacco (UD) hanno tenuto un incontro con gli studenti per
parlare di cultura della legalità economica nell’ambito della
quarta edizione del Progetto. L’intento è di far maturare la
consapevolezza del valore della legalità economica, con
particolare riferimento all’attività svolta dal Corpo a
contrasto dell’evasione fiscale, dello sperpero di denaro
pubblico, della contraffazione, delle violazioni dei diritti
d’autore, degli illeciti in materia di sostanze stupefacenti ed,
in generale, di ogni forma di criminalità
economico-finanziaria.Le Fiamme Gialle di concerto con il
Dicastero, hanno così sviluppato il progetto denominato
“Educazione alla legalità economica” che, anche per l’anno
scolastico 2015/2016, prevede l’organizzazione, a livello
nazionale, di incontri presso le scuole orientali a: - creare a
diffondere il concetto di “sicurezza economica e finanziaria”; -
affermare il messaggio della “convenienza” della legalità
economica-finanziaria; - stimolare nei giovani una maggiore
consapevolezza del delicato ruolo rivestito dal Corpo, quale
organo di polizia vicino a tutti cittadini, di cui tutela il
bene fondamentale delle libertà economiche. Un concorso
denominato “l’insieme per la legalità” è abbinato all’iniziativa
ed ha lo scopo di sensibilizzare i giovani, tramite il
coinvolgimento delle scuole, sul valore civile ed educativo
della legalità economica, nonché in merito alle attività svolte
dal Corpo in tali settori, favorendo la loro espressione libera,
creativa e spontanea sulla tematica.
Bolzano-
GdF sequestra beni Fondazione KEPHA Italia da Sicilia a Bolzano:
truffa e riciclaggio 30milioni €, suora collaboratrice denuncia
monsignore. La vicenda innescata dalla denuncia alle Fiamme
Gialle di una ex collaboratrice del Prelato che, in buona fede,
che era stata nominata responsabile di un “Trust” e riceveva
inconsapevolmente posta commerciale e documenti. I militari
della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Bolzano, nei
giorni scorsi, hanno eseguito l’ordinanza cautelare degli
arresti domiciliari nei confronti di un alto prelato di origini
argentine, in pensione, monsignore Patrizio BENVENUTI
64enne, residente alle Isole Canarie, il quale ha, tra l’altro,
operato presso vari livelli del Tribunale Ecclesiastico alla
Santa Sede in Vaticano e quale Secondo Cappellano Militare
presso la Scuola di Telecomunicazioni delle Forze Armate gestita
dalla Marina Militare a Chiavari (GE). Le operazioni di ricerca
internazionale dell’affarista in campo immobiliare e finanziario
di origini francesi, Christian VENTISETTE 54enne, stretto
collaboratore del Monsignore, sono in corso ed è colpito da
ordinanza di custodia cautelare in carcere e mandato di cattura
internazionale in quanto irreperibile. I Baschi Verdi hanno
effettuato sequestri di svariati immobili, documentazione e
conti correnti bancari nonché effettuate perquisizioni in varie
località in Italia e rogatorie internazionali in numerosi Paesi
Europei. Le indagini dell’operazione denominata “OPUS”, condotte
dalle Fiamme Gialle altoatesine, su direzione della Procura
della Repubblica di Bolzano, hanno fatto constatare come l’uomo
di Chiesa e l’affarista fossero stati promotori ed organizzatori
di un’associazione a delinquere, attiva sul territorio nazionale
ed estero, finalizzata alla commissione di svariati e ripetuti
reati di truffa, riciclaggio e tributari, coinvolgendo persone e
società collocate in Francia, Belgio, Svizzera, Lussemburgo,
Stati Uniti e Italia. I militari hanno focalizzato oltre ai due,
che della associazione facevano parte altre 9 persone le quali a
vario titolo collaboravano all’attività illecita, segnalate
all’Autorità Giudiziaria, mentre i “truffati” sono quasi 300,
prevalentemente residenti all’estero, per lo più in età
avanzata, i quali, con la speranza di affidare i propri risparmi
a persone esperte nei settori immobiliare e finanziario nonché
animati dalla volontà di contribuire e aiutare la Fondazione
umanitaria “KEPHA”, capitanata dal prelato, hanno versato i
propri soldi al sacerdote, che millantando inesistenti
accreditamenti e collegamenti in Vaticano, ne carpiva la buona
fede raccogliendo e facendo poi svanire complessivamente circa
30 milioni di euro, attraverso un articolato meccanismo di
riciclaggio tra persone, società estere e italiane. Le indagini
sono scaturite da una denuncia di una ex collaboratrice del
prelato, già suora, che si vedeva recapitare presso la propria
abitazione in Alto Adige documenti bancari e non, riferiti ad un
trust ed una società di capitali, entrambi denominati “Opus”
che, evidenziavano movimentazioni di denaro per centinaia di
migliaia di euro e delle quali non sapeva darsi una spiegazione
ma che erano in ogni caso a lei riconducibili almeno
cartolarmente. Lareligiosa infatti, aveva poi raccontato ai
militari della Guardia di Finanza che, spinta dalla fiducia che
riponeva nell’ecclesiastico, quando viveva con lui a Roma, aveva
firmato alcuni contratti costitutivi, divenendo, tra l’altro,
rappresentante legale della OPUS nella sede in Alto Adige,
rimanendo così coinvolta nel procedimento fallimentare della
società Kepha Invest in Belgio. La Fondazione Kepha si è vista
recapitare richieste di escussione delle garanzie prestate per
milioni di milioni di euro quando il Monsignore si era palesato
come incapiente rispetto alle richieste degli investitori
privati che a partire dal 2014 non si vedevano più corrispondere
gli interessi sul capitale (inizialmente regolari, come è tipico
nell’ormai noto meccanismo c.d. “Schema Ponzi”) né tantomeno
restituire quanto investito. L’attività d’indagine ha comportato
per i militari della Guardia di Finanza l’esecuzione di
perquisizioni, sequestri, analisi di conti, intercettazioni
telematiche nonché il coordinamento con i Paesi Esteri
interessati per tramite di Eurojust all’Aja, il tutto allo scopo
di ricostruire il complesso modus operandi truffaldino posto in
essere dalla Fondazione KEPHA in Italia, della KEPHA INVEST in
Belgio nonché la condotta di ripulitura del denaro successiva
svolta per mezzo di tante altre società e che ha trovato
attuazione anche in Italia. Le somme complessivamente sottratte
agli investitori oggetto della truffa, oggetto della condotta
riciclatoria e del reato di evasione fiscale sono state
quantificate in circa 30 milioni di euro (che è il dato che
emerge dal bilancio della società debitrice in Belgio) ed il
sequestro preventivo in forma per equivalente è stato disposto
dall’Autorità Giudiziaria. I Finanzieri in esecuzione hanno
messo i sigilli per sequestro a “Villa Vittoria”, una lussuosa e
antica dimora risalente nelle mura al 1465, a Piombino (LI), di
proprietà della Fondazione Kepha del valore di circa 8 milioni
di euro, utilizzata personalmente da Mons. BENVENUTI. Oltre alla
villa, sempre di proprietà della Fondazione, è stato sequestrato
un grande sito archeologico in Sicilia nel Centro Archeologico
Museale di Triscina di Selinunte (TP), del valore di circa
850.000 euro; di proprietà della ICRE SRL, società avente sede
in Lussemburgo ma riferibile all’indagato latitante VENTISETTE,
è stato sequestrato un immobile in Poggio Catino (RI) del valore
di 530.000,00 euro e altri immobili e terreni a Poppi (AR) per
il valore di 670.000,00 euro. Nel mandato di arresto europeo è
stato richiesto espressamente il sequestro anche di una villa
considerevole in Corsica. Si segnala infine che è stato
sottoposto a sequestro anche il sito web della Fondazione Kepha
ONLUS all’indirizzo www.kepha.eu. L’indagine della Guardia di
Finanza punta quindi ad accertare i veri responsabili della
sparizione del denaro affidato, soltanto per un equivoco, a chi
in quel momento sembrava rappresentare un’istituzione come il
Vaticano ma che in realtà ha alimentato soltanto i conti
personali delle persone che ad oggi sono nel mirino della
Procura della Repubblica di Bolzano.
Udine
– GdF scopre coppia evasori 760 auto intestate ed
emissione assicurazioni non conformi. Le Fiamme
Gialle della Tenenza di Tarcento (UD), coordinate
dalla Procura della Repubblica di Udine, hanno
concluso una complessa indagine che ha consentito di
scoprire una società, riconducibile a due coniugi
friulani, che operava commercialmente in un mercato
“parallelo” di polizze assicurative automobilistiche
“di comodo” (riconducibili a società di
assicurazione estere polacche, francesi,
lussemburghesi), prive dei requisiti di legge per
operare nel mercato italiano. I Finanzieri hanno
ricostruito l’avvenuta vendita di 3.274
contrassegni assicurativi a favore di altrettanti
cittadini residenti sul territorio nazionale
sostanzialmente inefficaci. Infatti, seppur di costo
inferiore, tali prodotti non garantivano agli
acquirenti, in caso di sinistro, alcuna copertura
assicurativa R.C.A. per i danni arrecati o subiti.
Le Fiamme Gialle, nel corso delle perquisizioni
hanno anche accertato che molti certificati
assicurativi venivano addirittura stampati
“autonomamente” dagli indagati. Le indagini, poi,
hanno permesso di accertare che i due soci
dell’azienda indagata (che non dichiaravano
reddito), nonché la società stessa, erano
intestatari, presso gli uffici della Motorizzazione
e P.R.A. nazionali, di ben 760 autoveicoli, molti
dei quali di note marche automobilistiche; inoltre
201 di queste autovetture erano state rivendute
all’estero (principalmente in paesi dell’Europa
dell’est), senza osservare le disposizioni di legge
(previste dall’art. 103 del Codice della Strada) che
stabiliscono l’obbligo di preventiva comunicazione
all’ufficio della Motorizzazione Civile
dell’esportazione e della radiazione del mezzo (con
restituzione della targa). I Baschi Verdi, alla
conclusione degli accertamenti hanno individuato i
redditi non dichiarati per 2.276.000 euro e l’omesso
versamento per la tassa di circolazione degli
autoveicoli per circa 63.000. euro. I due
imprenditori sono attualmente indagati, - in
concorso - per il reato fiscale di cui all’art. 5
del D.Lgs. 74/2000 (omessa dichiarazione dei
redditi), per il reato previsto dall’art. 305 del
D.lgs. 209/05 Codice delle assicurazioni (in
relazione all’attività di assicurazione
“abusivamente” esercitata) nonché per il reato
previsto dall’art. 640 c.p. (truffa).
Udine
-
200° Annuale Fondazione Arma Carabinieri. La
manifestazione è programmata lunedì 9 giugno dalle
ore 10.00 circa, presso la sede del Comando Legione
Carabinieri F.V.G. di viale Venezia. La celebrazione
del 200° annuale di fondazione dell’Arma dei
Carabinieri ha luogo a livello regionale. Il
Generale Flavio Garello, dopo l’allocuzione
consegna le ricompense ai Carabinieri distintisi in
servizio nel corso dell’anno appena trascorso. La
manifestazione prevede alla presenza delle massime
autorità locali, gli Onori ai Caduti, la lettura dei
messaggi del Presidente della Repubblica e del
Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri.
Udine
- GdF, Ten.Col.
Davide Cardia a vertice Nucleo Polizia Tributaria.
L’ufficiale si è insediato il 2 agosto
nell’avvicendamento al comando Nucleo di Polizia
Tributaria della Guardia di Finanza di Udine col
Colonnello Salvatore Salvo. Il Col. t. ISSMI
Salvatore Salvo è stato destinato ad assumere il
comando del I° Gruppo Napoli. L’ufficiale cedente
nel saluto di commiato al personale ha voluto
ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a
rendere il periodo trascorso in Friuli ritenendolo
quale prezioso tassello della sua vita
professionale. Il Ten.Col. Davide Cardia,
insediatosi al vertice del Nucleo di Polizia
Tributaria è laureato in Giurisprudenza, proviene
dal Comando Provinciale di Roma. Il nuovo Comandante
del Nucleo pt del capoluogo friulano nel corso della
carriera ha svolto molteplici incarichi di comando
in varie aree del territorio nazionale tra cui la
Toscana, Lombardia, Liguria e Lazio. Il Tenente
Colonnello Davide Cardia nel salutare il suo
predecessore ha dichiarato di essere onorato del
prestigioso Comando che ha assunto, garantendo da
subito il massimo contributo a tutela degli
interessi economico-finanziari dello Stato e della
stessa Regione.
Udine
– GdF scopre fatture inesistenti, 7 indagati e
conto in banca austriaca.
La Guardia di Finanza di Udine, su delega della
locale Procura della Repubblica, ha svolto complesse
indagini di polizia giudiziaria condotte nelle
province di Udine, Padova, Milano, Treviso, Venezia
e Vicenza, poste in essere tramite perquisizioni,
accertamenti bancari, riscontri contabili,
accertamenti sul traffico telefonico, interrogatori
e altre attività di natura rogatoriali. Alla
conclusione delle stesse, è stato accertato che una
importante società di Milano (operante nel settore
della lavorazione di materiali tessili) aveva
utilizzato fatture afferenti ad operazioni
inesistenti (per acquisti di “cotone candeggiato”),
per un importo complessivo di 13.554.000 di euro, in
realtà mia avvenuto. L’emissione di tali fatture
fittizie veniva “gestita” da un soggetto residente
nella provincia di Udine che aveva pianificato un
sofisticato meccanismo al fine di “creare”
operazioni commerciali inesistenti per consentire
alla citata società lombarda di portare in
contabilità costi fittizi con correlati risparmi
fiscali e di creare “nuova” liquidità. In
particolare, l’imprenditore friulano aveva fatto
ricorso, per emettere i documenti fittizi, alla
denominazione sociale e alla partita I.V.A. di una
terza società con sede in provincia di Treviso
(risultata poi inconsapevole) a nome della quale
aveva compilato ben 189 fatture false. Perno del
sistema fiscalmente fraudolento era il ricorso ad
una banca ubicata in Austria, (Villach, poco oltre
il confine) adoperata, per far transitare i
pagamenti delle fatture inesistenti; presso la
filiale dell’istituto di credito austriaco,
l’imprenditore friulano aveva simulato, all’apertura
del conto, inesistenti poteri di rappresentanza
della società trevigiana titolare dello stesso
fornendo ai funzionari risultanze anagrafiche
diverse e documenti falsificati. Il meccanismo
fraudolento si perfezionava, poi, facendo bonificare
i pagamenti delle fatture fasulle sul citato conto
estero dove, giunto l’accredito, l’imprenditore
friulano al netto del suo “compenso” (circa l’8%)
prelevava le somme in contanti con banconote di
taglio elevato che poi trasportava in Italia
occultandole nella sua autovettura (200.000/250.000
euro alla volta), per “riconsegnarle” a Milano agli
esponenti della società che originariamente avevano
disposto i bonifici delle somme verso l’Austria.
Guardia di Finanza Comando Provinciale Udine Comando
Provinciale Guardia di Finanza Via Giusti,29 - 33100
Udine
℡
0432-682801 Nel corso delle indagini, delegate dalla
Procura della Repubblica udinese alla Compagnia
Guardia di Finanza di Udine, sono stati anche
interrogati i rappresentanti delle società coinvolte
nella frode fiscale che hanno fornito ampie e
circostanziate dichiarazioni di natura confessoria.
Alla conclusione dell’operazione di servizio sono
complessivamente indagate, dall’Autorità
Giudiziaria, 7 persone per reati tributari connessi
all’emissione e utilizzo di fatture per operazioni
inesistenti, nonché contestate fattispecie
fiscalmente evasive in materia di IVA e di imposte
dirette per complessivi 18.000.000 di euro
unitamente ad altre sanzioni applicabili per
violazioni alla normativa antiriciclaggio (che vieta
i trasferimenti di denaro contante per importi
superiori a 3.000 euro) e valutaria (la cui soglia
legale tra persone fisiche per trasferire denaro
contante da e per l’estero è di 10.000 euro). La
società utilizzatrice delle fatture false ha già
versato nelle casse dell’erario oltre un milione di
euro avviando così meccanismi tesi al ravvedimento
delle condotte fiscali in essere, mentre nei
confronti dell’imprenditore friulano, emittente le
fatture per operazioni inesistenti, il Giudice per
le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Udine
ha disposto il sequestro per equivalente di una
villa di pregio e disponibilità finanziarie per
circa 700.000 euro.
Udine
- GDF accerta danni erariali 21,7 mln€, tra i 23
indagati 1 funzionario regione.
Alla conclusione degli accertamenti delegati alla
Guardia di Finanza dalla Procura Regionale della
Corte dei Conti di Trieste è stato contestato un
danno erariale per circa 21.700.000 Euro nei
confronti di un Ente Pubblico Economico, avente sede
a Udine, che godeva di notevoli sovvenzioni
pubbliche per gestire e coordinare le attività di
sviluppo industriale in alcune determinate aree
territoriali ubicate nella cd. “bassa friulana”. 23
persone, nell’inchiesta, condotta dal Nucleo di
Polizia Tributaria di Udine, risultano coinvolte a
vario titolo: i passati vertici dell’ente
consortile, Presidenti e consiglieri, nonché i
Direttori Generali, i membri del Collegio dei
revisori nonché il funzionario della Regione FVG che
ha gestito alcuni processi di erogazione dei
contributi concessi per la realizzazione di opere
pubbliche (per la realizzazione dei programmi di
investimento finalizzati al potenziamento e
completamento di infrastrutture ed attrezzature
nell’ambito di Porto Nogaro). La distrazione di
10.900.000 €, percepiti dall’Ente Consortile per le
opere portuali, costituisce la voce più
significativa tra quelle segnalate dalle Fiamme
Gialle friulane: a riguardo sono stati segnalati
dalla Guardia di Finanza l’ex Presidente ed il
Direttore Generale che hanno illegittimamente
impiegato i fondi, nonché il funzionario della
Regione FVG che aveva il compito di vigilare sugli
interventi sostenuti da risorse finanziarie
pubbliche. Sotto la lente degli investigatori è
finita, inoltre, la locazione di Porto Margreth,
affidato alle imprese portuali socie dell’Ente
consortile ad un prezzo irrisorio. I militari, in
questo caso, per l’ipotizzato danno di oltre 3 mln
di euro, hanno segnalato alla Procura Regionale
della Corte dei Conti anche i revisori dell’Ente. Le
Fiamme Gialle hanno evidenziato come riguardo alle
compravendite di terreni che hanno cagionato un
notevole dissesto nei bilanci dell’Ente consortile,
sia emerso un danno erariale di 3,2 mln di euro
causato da anomale modalità di acquisto e gestione
degli stessi. Infine, sono emerse ulteriori diverse
ipotesi di danno erariale, riconducibili a spese e
oneri sostenuti dell’Ente consortile ritenuti privi
di utilità e vantaggi direttamente assunti dal
Presidente e dal Direttore Generale.
Roma-Catania
-
Furto dati ed estorsione via internet: Polizia
Postale scopre attività virus “Cryptolocker”.
Le numerose segnalazioni che giungono dagli
internauti su questo nuovo virus che imperversa
ormai da un po’ di tempo sul web, ha indotto la
Polizia di Stato ad aumentare le misure di
prevenzione attraverso ogni strumento utile a
garantire la sicurezza di chi naviga in Rete. La
Polizia Postale e delle Comunicazioni in tale
contesto, ha concluso, proprio in queste ultime ore,
un’operazione che ha permesso di sgominare
un’organizzazione criminale per associazione per
delinquere finalizzata all’accesso abusivo
informatico, estorsione on line e riciclaggio degli
illeciti proventi realizzati mediante la diffusione
del virus “Cryptolocker”, di cui sono rimaste
vittima privati cittadini ma anche aziende, private
e pubbliche. Le denunce ricevute dal Compartimento
Polizia Postale e delle Comunicazioni da parte di
enti pubblici, imprese e liberi professionisti che
sono rimasti vittima del virus in provincia di
Catania, sono diverse : oltre 20 da gennaio ad oggi
con ingenti danni alle attività. Molti e diversi
casi registrati anche nelle province di Messina,
Ragusa e Siracusa. Lo scenario è il seguente:
l’ignaro utente riceve sulla propria casella di
posta elettronica un messaggio che fornisce
indicazioni su presunte spedizioni a suo favore
oppure contenente un link relativo ad un acquisto
effettuato on line a anche da altri servizi.
Cliccando sul link oppure aprendo l’allegato
(solitamente un documento pdf), viene iniettato il
virus che immediatamente cripta il contenuto delle
memorie dei computer, anche di quelli eventualmente
collegati in rete. Il ricatto dei criminali
informatici a questo punto si realizza e richiedono
agli utenti, per riaprire i file e rientrare in
possesso dei propri documenti, il pagamento di una
somma di alcune centinaia di euro in bitcoin a
fronte del quale ricevere via e-mail un programma
per la decriptazione. Il Bitcoin è una moneta
virtuale, esprimibile con un numero a 8 cifre
decimali. Non esiste un'autorità centrale che la
distribuisce e che ne traccia le transazioni in
quanto le operazioni sono gestite collettivamente
dal network attraverso dei siti c.d. exchanger che
rilasciano monete virtuali incamerando moneta
proveniente da carte di credito o altri strumenti
elettronici di pagamento, ossia codici che a loro
volta possono essere convertiti in denaro contante).
Il valore di un BTC è stabilito dal mercato, come
per ogni altro bene (attualmente 1 BTC corrisponde a
circa 217 euro, ma tale valore è destinato ad
aumentare, considerando che il numero massimo di BTC
producibili attraverso il cd. processo di “mining”
cui possono partecipare tutti i nodi della rete, è
fissato a 21 milioni. La Polizia Postale ricorda che
:” E’ importante non cedere al ricatto, anche perché
non è certo che dopo il pagamento vengano restituiti
i file criptati! Tenere sempre aggiornato il
software del proprio computer, munirsi di un buon
antivirus, fare sempre un backup, ovvero una copia
dei propri file, ma soprattutto fare attenzione alle
mail che ci arrivano, specialmente se non attese,
evitando di cliccare sui link o di aprire gli
allegati, sono i consigli più importanti da seguire
per impedire l’infezione del Cryptolocker. Per
maggiori informazioni e assicurare un contatto
diretto e continuativo con il cittadino, si può fare
riferimento anche al Commissariato di P.S. On-line,
per tutti coloro che frequentano la rete,
caratterizzato da innovativi sistemi di
interattività con l’utente, reperibile all’url:
www.commissariatodips.it. Il portale è stato appena
integrato con apposita “app” scaricabile
gratuitamente dal proprio smartphone o dall’ipad per
consentire di venire incontro alle crescenti
richieste di assistenza e di aiuto degli utenti
della Rete, in tempo reale, e di conoscere sempre di
più il mondo del web, i suoi rischi e le sue
opportunità”.
Udine
- Evaso da domiciliari a Udine, arrestato di notte a
Trieste.
E’ stato arrestato nottetempo da agenti della Squadra
Volante della Questura un 23enne, S.S., nato a Salerno e
residente a Udine. Il giovane, si trovava ristretto agli
arresti domiciliari nel capoluogo friulano. S.S., dopo
aver trascorso un periodo nel carcere di Pordenone per i
reati di rapina, lesioni personali e violenza sessuale,
si era reso irreperibile da alcuni giorni. Gli
investigatori della Questura di Udine, di notte, hanno
segnalato ai tutori dell’ordine di Trieste la sua
presenza in un hotel in centro nel capoluogo giuliano e
con altri 3 suoi conoscenti nati e residenti a Udine:
S.M.,32enne, S.B., 29enne e C.D.M., 21enne. Tre
equipaggi della Squadra Volante si sono recati presso
l’albergo trovandovi i quattro in due stanze. S.S., che
aveva presentato agli addetti della struttura ricettiva,
una tessera sanitaria europea intestata ad altra
persona, non ha opposto resistenza. Sembra fosse
intenzionato ad acquistare un veicolo e far perdere le
proprie tracce. I poliziotti a seguito di perquisizione,
hanno trovato 1000€ che sono stati sequestrati. I
quattro sono stati accompagnati in Questura e, dopo le
formalità di rito, S.S. è stato associato presso la
locale Casa circondariale, mentre le altre tre persone
sono state denunciate in libertà alla competente
autorità giudiziaria per il reato di favoreggiamento
personale.
Udine
- Contraffazione di opere d'arte: indagato da squadra
mobile. Agenti della Squadra Mobile di Udine, con la
collaborazione di personale del Nucleo Tutela Patrimonio
Culturale dei Carabinieri di Venezia, a seguito di
attività d’indagine esperita dalla Procura della
Repubblica di Piacenza, hanno indagato in stato di
libertà B.M. 76enne di Gonars (UD) per
impossessamento illecito di beni culturali appartenenti
allo Stato nonché di contraffazione di opere d’Arte. I
tutori dell’ordine, nella mattinata scorsa, su delega
della Procura della Repubblica di Piacenza, si sono
recati presso l’abitazione di B.M. per effettuare
una perquisizione domiciliare tesa a ricercare reperti
di natura archeologica ritratti in alcune foto rinvenute
nell’abitazione di un altro soggetto, dimorante nella
provincia piacentina, emerso nell’attività d’indagine.
I poliziotti, nel corso della perquisizione a carico di
B.M., già noto alle Forze di Polizia per reati di
ricettazione e falsificazione di opere d’arte, hanno
effettivamente rinvenuto e posto sotto sequestro i
frammenti di pietra di natura archeologica
corrispondenti a quelli riprodotti dalle foto. Gli
investigatori hanno scoperto due appartamenti nella
disponibilità dell’uomo nelle cui stanze sono state
rinvenute accatastate numerosissime opere d’arte
contemporanea di artisti viventi, beni di antiquariato
nonché altri reperti di natura archeologica privi di
certificazione per il regolare possesso. I due
appartamenti, ai quali sono stati posti i sigilli di
sequestro, sono risultati fungere da magazzino/deposito
delle opere d’arte che sarebbero state successivamente
vendute a privati. I tutori dell’ordine, nei prossimi
giorni provvederanno, assieme a personale qualificato e
competente, ad una minuziosa catalogazione delle opere.
B.M., pertanto, è stato indagato in stato di libertà
alla Procura della Repubblica di Udine per
impossessamento illecito di beni culturali appartenenti
allo Stato nonché per contraffazione di opere d’Arte.